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La storia di un ragazzo che abbandonò tutto.

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†Keishi†
view post Posted on 29/3/2011, 12:00




Salve! Questa è una fanfic sul mitico e santissimo Itachi! Scritta un bel po' di tempo fa, mi sono preso la briga (solo ora) di postarla. Spero vi piaccia >.<

Capitolo 1, ho abbandonato tutto.
-Stupido fratello, per uccidermi mi devi odiare!- dissi a Sasuke, che mi guardava esterefatto. Non poteva credere che io, il suo amato fratello, avessi fatto una cosa del genere: aver sterminato tutto il clan eccetto lui e aver giustificato la mia azione con un semplice “volevo testare la mia forza”. Sta di fatto che ho portato a termine la mia ultima missione come abitante del villaggio di Konoha. Ora sono un rinnegato, un criminale. Schivo il colpo di mio fratello, che non la smette di piangere. Lo guardo con un po’ di rimpianto, poi vado via, correndo per i palazzi. Sento un rumore dietro di me e, grazie alla mia velocità, schivo il kunai senza difficoltà, perdendo però il copricapo. Mi fermo un attimo, lo raccolgo, mi giro un attimo verso il mio fratellino e poi scappo via, definitivamente. Piango, ma asciugo subito le lacrime. Devo incontrare quella persona nel bosco, per sapere cosa avrei dovuto fare ora. Dopo venti minuti di corsa frenetica, abbandono il villaggio, rompendo tutti i legami che avevo: amici, maestri, compagni di missioni e anche l’ultimo dei miei parenti. Arrivai nel luogo d’incontro e lui è già lì: Madara Uchiha era davanti a me.
-Ho fatto la mia parte- cominciò a dirmi –Ora è tempo che tu esegua un mio ordine: voglio che tu ti unisca ad una organizzazione chiamata Akatsuki, che raccoglie i più forti ninja dei principali villaggi di questo mondo- concluse
-D’accordo- presi il mio copricapo, presi il kunai di Sasuke e incisi la parte metallica. Me lo rimisi, con calma, e poi ripresi a parlare –Dove devo andare precisamente?- chiesi
-Ti accompagnerò io. Il capo, un mio subordinato, è un ninja del villaggio della Pioggia che possiede il rinnegan. Dovrai servirlo come obbedisci a me, chiaro?- feci una risatina sarcastica, facendo intendere subito all’uomo davanti a me che non ero un uomo facilmente controllabile, ma lui ignorò il mio sguardo e cominciò a saltare sui rami, dirigendosi a nord. Lo seguii senza fiatare, chiedendomi nel frattempo quale destino mi stava attendendo. Ci fermammo in mezzo alla foresta per la notte, accendemmo un falò e ci misimo a dormire, anche se per me non era possibile. Ogni volta che chiudevo gli occhi, vedevo le immagini di tutti coloro che avevo ucciso, di tutti coloro che si fidavano di me, dei miei genitori. Io urlavo, gridavo che non era colpa mia, ma il loro sguardo non cambiava, rimaneva sempre colmo d’odio. Decisi di fare una passeggiata, sperando che le mie idee potessero schiarirsi. Mentre camminavo, un fantasma più di tutti mi tormentava: quello di Shisui, il mio migliore amico, che avevo ucciso. Sebbene lo avrei dovuto uccidere comunque, ho sfruttato il fatto che ci fossimo affezionati l’un l’altro per ottenere un nuovo, inimmaginabile potere: il Mangekyo Sharingan. Sentii qualcosa prendermi la pancia e poi sentii come se un sasso mi fosse finito nello stomaco. Mi sedetti, respirando a fatica, e poi non vidi più nulla. Mi svegliai il mattino dopo davanti al falò, evidentemente Madara mi aveva preso e mi aveva riportato indietro. Mi guardai intorno e, appena lo vidi, lo ringraziai, esitando. Senza dire nulla, mi fece segno di alzarmi e di ricominciare il loro viaggio, che durò un paio d’ore. Il nascondiglio era una grotta con un enorme masso davanti.
“Molto originale” pensai “Un’organizzazione che si nasconde in una grotta… e io che pensavo fossero gente seria”. L’altro Uchiha allungò la mano verso il pietrone, che scomparve: era un’illusione. Entrai, ma Madara non lo fece: mi aveva spiegato, durante il tragitto, che doveva ancora rimanere dietro le quinte fino a quando la missione dell’Akatsuki non fosse stata portata a termine. Ci salutammo e io continuai a camminare. Non avevo paura, col mio potere e le mie abilità non temevo quasi nessuno, ma comunque l’ansia mi assaliva, piano piano. Arrivai al centro della caverna e una voce mi fermò
-Tu… tu sei Uchiha Itachi, vero?- disse una voce profonda
-Sì. Tu sei Pain?- chiesi, guardandomi intorno
-Sì e gli altri che vedi- in quel momento apparvero delle persone dall’oscurità –Sono i membri di Alba. Lei- mi disse, indicando la ragazza dai capelli viola accanto a lui –è Konan. Questo qui- disse indicando una delle altre figure, che era stranamente chinato a terra –E’ Sasori della sabbia rossa, il mareonettista più forte del paese. E lui- disse indicando l’ultimo rimasto, che aveva i capelli di un blu scurissimo e la pelle azzurra –E’ Kisame Hoshigaki. Tu farai coppia con lui. C’è anche un altro membro che tu dovresti conoscere bene… E’ Orochimaru, il ninja supremo- Quel nome non mi era nuovo: Orochimaru aveva tradito il villaggio e aveva cercato di distruggerlo, invano. Nel villaggio non era considerato un modello, non mi soprendeva che fosse entrato in un’organizzazione di traditori –Domani ti spiegherò quale sarà il tuo compito, trovati qui alle dieci in punto. Kisame, mostra al nuovo membro le stanze-
-Sì- ordinò l’uomo in blu, che aveva una voce un po’ roca –Seguimi- Si incamminò verso una porticina in un angolo della grotta e io lo seguii. Entrammo e camminammo per cinque minuti, poi Kisame si fermò
-Questa è la tua stanza. Ricordati di svegliarti presto o altrimenti dovrò darti in pasto alla mia Samehada. Non ti sveglierà nessuno, mi raccomando- mi disse, cominciando ad allontanarsi. Entrai nella mia camera, mi sdraia sul letto e, per la seconda volta, non riuscii a dormire.

 
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